Il
testo ricostruisce in modo accattivante e partecipata, la
incredibile vicenda umana dell'anarchico lucano che, nel
1878, con un coltellino "attentò" alla
vita di Umberto I. E, che fu -prima- condannato a morte
e -poi graziato- fu sepolto in una cella buia sotto il livello
del mare e il cui cranio e cervello sono ancora esposti
al Museo Criminologico di Roma.